Abidjan (Costa d'Avorio) - 23 Aprile 2014
Mercoledì 23 aprile 2014: la Casa Regionale di Abidjan è stata letteralmente invasa da una
marea di persone in festa per il bicentenario della nascita di Mons. Marion de Brésillac,
fondatore della SMA.
"Sono molti gli ivoriani che hanno un debito di riconoscenza verso i padri e le suore" - ha
detto Anne Désiré Ouloto, ministro della solidarietà, della famiglia e dell'infanzia
- "Le prime scuole, i dispensari, gli orfanatrofi… e tante altre realizzazioni sociali
sono il frutto del lavoro di questi pionieri del Vangelo."
"Siamo tutti figli della SMA" - ha aggiunto il sindaco di Attecoubé (che tra l'altro è
stato in seminario per qualche anno). "Ora noi siamo impegnati in politica, ma non
abbiamo dimenticato le nostre radici cristiane". Infatti diverse autorità politiche,
amministrative, militari e religiose, oltre alla folla di amici, non hanno esitato
a partecipare a questa bella celebrazione giubilare ed hanno pure incoraggiato
la costruzione di un Santuario dedicato a tutti i missionari di Costa d'Avorio.
La celebrazione eucaristica si è svolta in un clima di preghiera intensa e gioiosa. Come
sempre nelle grandi occasioni, non sono mancate le danze e i canti di festa. Il Vangelo è
stato portato solennemente in processione, secondo la tradizione dei re locali. Poi le
offerte, provenienti dalle diverse regioni del paese; i lavori di traduzione nelle lingue
africane, opera dei padri SMA; l'acqua battesimale (il primo battesimo a Abidjan è
del 23 dicembre 1904); la croce che il missionario riceve prima di partire; la pietra
presa sulla spiaggia di Grand Bassam (dove i primi padri sono sbarcati 119 anni fa);
una carta geografica con le 150 parrocchie fondate dalla SMA; e la bandiera della
Costa d'Avorio per ricordare il cammino verso l'unità e la pace … :
il tutto presentato al Signore al ritmo di una gioiosa banda musicale che ha fatto
danzare l'intera assemblea.
"Quando sono stanco e ho molto da fare - ha detto durante l'omelia Mons. Alexis Touably,
presidente della Conferenza Episcopale Ivoriana - penso a padre Simon Pierre Cossé. Lui
ha attraversato a piedi la foresta, camminando per 300 km, fino ad arrivare a Tabou per
fondare la mia parrocchia. Allora, se lui, europeo, ha potuto far questo, perché mi devo
sentire stanco io che sono nato e cresciuto qui, abituato fin da piccolo al clima
tropicale … e ora viaggio in fuoristrada! Il pensiero dei primi missionari mi da coraggio
e energia più delle vitamine!". A nome della Conferenza Episcopale, il vescovo ha
ringraziato tutti i figli di Mons. Marion de Brésillac che hanno annunciato il Vangelo
agli africani. "Se oggi abbiamo una Chiesa vivace e ben strutturata, con tanti sacerdoti e
vescovi, se questa mattina possiamo lodare il Signore, è grazie alla SMA. I padri
fin dall'inizio non hanno lavorato per i loro interessi, ma per il bene della Chiesa locale.
Se i primi missionari avessero cercato vocazioni per la loro comunità, forse ora saremmo tutti SMA.
E lo siamo nel cuore" .
L'invito finale, prima di posare la prima pietra della chiesa dedicata alla Regina delle
Missioni e a tutti i missionari SMA, è stato quello di non dimenticare i pionieri
del Vangelo: "sono i nostri antenati nella fede" - ha sottolineato il vescovo
- "e noi abbiamo il dovere di far memoria, perché un popolo senza memoria non ha futuro".
"Anch'io vorrei essere un po' pazza di Dio - ha aggiunto il ministro - come questi missionari
che hanno annunciato il Signore non solo a parole ma con le opere, e spesso pagando
con la loro vita".
Naturalmente la festa si è conclusa con un solenne pranzo. Gli invitati previsti erano 200,
ma si sono presentate almeno 500 persone. "Questa è l'Africa!" - mi confidava un amico.
E mentre io mi affannavo alla ricerca di piatti e bicchieri che non erano mai sufficienti,
lui mi diceva: "Tranquillo! Se c'è da mangiare per 100, ce ne sarà anche per
1.000." Ed è stato proprio così, come nel Vangelo: seduti per gruppi all'ombra delle
palme del giardino, non so com'è stato, ma tutti hanno mangiato e soprattutto
bevuto a sazietà.
Capita ogni tanto da queste parti: quando meno te l'aspetti, ecco arrivare un piccolo
miracolo che ti sblocca la situazione. Ti ricarica le batterie e tu sei pronto
per un'altra avventura.
Auguri anche a tutti voi.
p. Dario